Tutto ciò che avreste voluto sapere sulla birra e non avete mai osato chiedere

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Questo articolo rimarrà tra le pagine fisse del blog, venendo via via aggiornato con nuove FAQ, man mano che mi vengono in mente. Ma passiamo subito al sodo:

1. Chi ha inventato la birra?

La birra è stata inventata alle origini della civiltà umana, probabilmente 9.000 anni fa! La birra è semplicemente come il pane: acqua e farina, con proporzioni invertite. Nel Codice di Hammurabi si sentenzia pena di morte per chi non osserva le regole di produzione e vendita.

2. Bere la birra è una buona abitudine?

La birra è un alimento, pertanto deve essere inclusa nel calcolo del nostro fabbisogno energetico. Si tratta di un alimento a base completamente vegetale, come un minestrone a base d’orzo. Il suo contenuto e’ per il 90-95% costituito dall’acqua, il 5-10% dall’alcol, il 3% da carboidrati. Inotre la birra contiene potassio, fosforo, calcio, magnesio, silicio, le vitamine B2, B3, B5, B6, B12 e l’acido folico. Di solito non contiene conservanti. La birra quindi può essere considerata una bavanda alimento a basso indice glicemico, che contribuisce a tutelare la permeabilità intestinale.

3. La birra fa ingrassare?

Con il suo basso contenuto calorico (circa 35-50 calorie per 100 grammi), la birra può essere considerata un alimento dieteticamente non sbilanciato. Giusto per fare qualche confronto, a parità di massa,  il vino rosso ne contiene 85, mentre un succo di frutta dai 30 (pompelmo) ai 60 (pera). Birre con una bassa gradazione possone essere bevute anche durante la gravidanza e l’allattamento. Da questo si capisce che la pancia da birra è un’invenzione, causata dagli errati stili alimentari dei consumatori (specie del nord Europa ed America). Quantità giornaliere consigliate: fino a 3 lattine per gli uomini, fino a 2 lattine per le donne.

4. Quali sono gli ingredienti della birra?

La birra viene prodotta a partire dal malto di cereale, dal luppolo e dai lieviti, attraverso una cottura in acqua a temperatura controllata. Il malto è ottenuto dalla germinazione del cereale (solitamente orzo), durante la quale l’amido si trasforma in un carboidrato più semplice. I malti chiari si ottengono con temperature di 80 °C, quelli scuri di 90 °C. Il malto scuro viene detto anche tostato. Il luppolo è una pianta che fa parte delle Cannabaceae eviene usato dal medioevo, trovando una grossa spinta nella legge della purezza tedesca del 1516 (Reinheirsgebot). Esso, con i suoi acidi,  svolge un’azione antisettica e conservante, inoltre i suoi tannini eed olii essenziali determinano la consistenza e la quantità della birra. I lieviti fermentanti producono energia convertendo gli zuccheri in anidride carbonica e etanolo. Nella fermentazione delle bevande alcoliche è utile la produzione dell’etanolo, mentre nella lievitazione del pane, l’anidride carbonica gonfia la pasta e l’alcool (etanolo) evapora durante la cottura.

5. Che vuol dire alta o bassa fermentazione?

La birra si divide in due tipologie, a seconda dei lieviti utilizzati: l’alta fermentazione si effettua tipicamente con il lievitoSaccharomyces cerevisiae, che galleggia sul liquido e che gli inglesi chiamano Ale Yeast perchè viene usato nella produzione di birre tipo Ale;  la bassa fermentazione si ottiene con il lievito Saccharomyces carlsbergensis, che invece si deposita sul fondo del contenitore e dà vita ad un moderno tipo di birra, detto Lager. In Italia queste ultime sono molto diffuse, rappresentando la quasi totalità del mercato, tuttavia non vi è alcuna superiorità organolettiche rispetto alle birre ad alta fermentazione.

6. Cos’è una birra cruda?

Con questo termine si intendono le birre non pastorizzate, ovvero non esposte a temperature di 60 °C per 20 minuti, oppure a 70 °C per circa 2 minuti. Le birre crude possono dirsi vive, in quanto i microorganismi del lievito (saccaromiceti) sono ancora attivi. Quando essi vengono ingeriti, svolgono funzioni benefiche per l’intestino, con l’apporto di vitamina B12 ed acido folico. Le birre crude sono prevalentemente artigianali e sono quelle di cui maggiormente mi interessa parlare in questo blog, in inglese le chiamano real ale, ed esiste un’associazione (CAMRA)

7. Dove si può trovare della buona birra?

Ovviamente non esiste una risposta unica, tuttavia in ogni città esistono degli appassionati ed un piccolo mercato. Le segnalazioni che riceverò, verranno pubblicate su questo blog.

8. Mi piacciono solo le bionde. Sto bene?

No, non stai benissimo. Evidentemente non consideri sufficientemente a fondo la complessità della birra, che è fatta certamente di aspetto, ma anche di naso, lingua, palato, pancia. La birra non deve essere classificata solo in base al colore ma in base alle materie prime ed al processo di produzione. Consiglio quindi di procedere speditamente verso una birreria ed assaggiare qualche Ale artigianale, magari italiana.

9. La schiuma ci vuole oppure mi stanno fregando 2 cm di bicchiere?

La schiuma è parte essenziale della birra ed è costituita da una miriade di piccole bollicine che vengono gonfiate dall’anidride carbonica. Per avere una buona schiuma, e’ importante che il bicchiere della birra sia pulito dai grassi, utilizzando acqua fresca. In questo modo la birra non subisce shock termico e la birra può assorbire l’anidride carbonica in eccesso, fornendo anche una protezione dall’ossidazione e dal riscaldamento. Le birre inglesi, tipicamente poco gasate, formano una schiuma sottile, mentre quelle belghe e tedesche, ad esempio, fanno una spuma soffice ed alta. La differenza sta tutta nel metodo di birrificazione: le birre britanniche sviluppano meno anidride e di conseguenza fanno meno schiuma. In compenso gonfiano meno la pancia e sono meno sensibili alle temperature di consumo alte.

10. Qual è la temperatura giusta della birra?

Questa è una domanda che potrebbe avere 1o differenti rispote, tuttavia, generalizzando un po’: le lager si bevono fredde, la ale belghe e le IPA si bevono freddine, le Ale inglesi classiche si bevono un po’ più calde (temperatura cantina con spinatura a mano senza bombola di anidride). In breve, ogni birr ha la sua temperatura di servizio

11. Che differenza c’è tra la birra alla spina ed in bottiglia?

Uno spillatore, detto anche spina, è un erogatore di birra che si attacca a diverse tipologie di fusto, principalmente: i cask, i fusti ed i Kegs. I cask sono delle botti che  non vengono collegate ad una bombola di anidride carbonica, quindi in pratica non vengono serviti a pressione Li riconoscete perchè hanno la leva lunga oppure sono posti in alto e la birra esce per gravità. Nel fusto normale, di metallo, il volume lasciato libero dalla birra viene riempito a pressione regolabile, quindi permette di servire birre con una carbonazione più alta e (di solito) una temperatura più bassa. I kegs,contenitori molto moderni, sono fatti in PET, però il gas di pressione non enra in contatto con la birra, perché una membrana tiene divisi liquidi e gas. La bottiglia invece è un piccolo contenitore, la cui vita avviene in condizioni non del tutto prevedibili. In generale una birra in fusto può garantire un risultato migliore, purché il fusto venga terminato entro 3-4 giorni. Quindi, diffidate dei loocali poco frequentati, potrebbero avere un fusto veccio di 2 settimane!

12. Cosa devo dire al barista che mi serve una birra?

Io consiglierei prima di tutto di indicare la gradazione della birra che si vuole comprare, poi il tipo (lager, ale, o stout), infine il grado di amarezza e di carbonazione desiderato. Bisogna considerare che , come con il vino, esistono birre estive ed invernali. Quindi, prima di tutto, ricorda che non esiste la birra preferita, ma che ognuna si accompagna al momento ed all’ambiente in cui viene bevuta.

13. Mi porto il bicchiere?

NO. Il barista dovrebbe averne di suoi, adatti ad ogni birra. Se lo cogliete in fallo, fateglielo notare, non dobbiamo tollerare l’ignoranza, ma combatterla con la cultura. Ogni terra ha le sue tradizioni e la birra è depositaria di tanta cultura popolare. Potete trovare un compendio (non precisissimo,  ma buono) sul sito di Assobirra.

14. Quanto costa la birra?

La birra costa da 1 a 15 euro al litro, quindi molto meno del vino, pur senza aver dovuto far dimenticare gli scandali della sofisticazione e la brutta abitudine dai conservanti a base di zolfo. Le birre industriali solitamente stanndo da 1 a 4 euro al litro, quelle artigianali, da4 a 15. Nonostante il prezzo più elevato è facile prevedere che il brunello della birra vincerà sul tavernello. In questo gli italiani promettono bene.

15. Ma in Italia sappiamo fare la birra?

Prevedibilmente, pare proprio di si. Le birre italiane sono tra le migliori del mondo, tuttavia il nostro paese non possiede uno stile proprio, se non quello che ci è più vicino, quello bavarese. In realtà la realtà italiana ci consentirebbe di produrre birre alla castagna in modo unico al mondo, con oltre 600 varietà presenti sul territorio, soprattutto in Campania, Sicilia, Lazio, Piemonte e Toscana. Le castagne sono ricche di amido e permettono la produzione di birra, tuttavia richiedono una filtrazione delle trebbie un’operazione complessa e costosa.

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Pubblicato su Brianza Beer

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